ESG
LEGGI I PROFILI DELLE AZIENDE

3BEE
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Dipendenti: 45
Fatturato 4mln€
Lurate Caccivio (CO)
La volontà di fare qualcosa di nuovo per il proprio territorio e la protezione ambientale è la motivazione che, nel 2017, spinge due giovani ricercatori – Riccardo Balzaretti e Niccolò Calandri – a elaborare un’idea che diventa ben presto un’azienda di successo. Racconta Niccolò: «Riccardo aveva un alveare e verificava un costante aumento della mortalità delle api: essendo queste degli straordinari bioindicatori, siamo partiti con l’idea di creare un dispositivo elettronico iOT che consentisse di analizzare i dati biometrici negli alveari, raccoglierli in Cloud, leggerli e interpretarli al fine di lavorare poi con gli apicoltori per intervenire in modo mirato sul territorio per la sua salvaguardia». Di qui i dati vengono poi venduti ad aziende che, ad esempio, li usano per ottemperare a obblighi in tema di responsabilità ambientale. «Oggi 3Bee è un provider di biodiversità per le aziende, anche per grandi realtà che devono redigere ad esempio il Bilancio di Sostenibilità: la sensibilità ambientale è infatti in crescita in tutti gli ambiti e promuoviamo anche campagne di sensibilizzazione come “Adotta un alveare”». E così la giovane azienda vanta tra i suoi 600 clienti Foxy, Carrefour nel Nord Italia, CAV-Passante di Mestre. Quali i prossimi obiettivi? Nel mirino c’è la crescita, con una significativa espansione in Francia e in Germania entro il 2023.

IMAT FELCO
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Dipendenti: 100 (tra Lombardia e Svizzera)
Fatturato 52mln€
Como
«Siamo stati la prima azienda nel Comasco ad abbracciare in maniera strutturata l’opportunità del welfare e già il primo anno, nel 2019, abbiamo raccolto il 98% di adesioni. Seppure non sia stato sempre un percorso facile, sono convinta che alla fine questo paghi, in termini di soddisfazione dei dipendenti e risultati connessi». Lo afferma Elena Mantelli, presidente e amministratore delegato di Imat Felco, nipote di quel Pietro che negli anni ’60, a 56 anni, decide di mettersi in proprio; il figlio Giancarlo fonda poi la Felco, che opera nella fornitura di materiale elettrico, all’ingrosso e al dettaglio, ramo dell’azienda tuttora attivo e operativo in numerosi punti vendita nelle province lombarde e, con una consociata, in Svizzera. «Siamo eticamente votati all’osservazione di tutto ciò che è sostenibile: abbiamo aperto una sezione sulle energie rinnovabili e su questo tema oggi realizziamo il 20% del fatturato. Per il futuro vogliamo consolidarci in Lombardia, per linee orizzontali, ma progettiamo alcune integrazioni, ad esempio nella termoidraulica». 57 anni, Economia e formazione on the job, ingresso in azienda nel 1991, Elena Mantelli si definisce «una donna in un mondo di uomini». Una formazione durissima cui corrisponde oggi una grande esperienza e che le è valso lo scorso anno il Premio Marisa Bellisario.

ISTITUTI CLINICI ZUCCHI
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Dipendenti: 576
Fatturato 70mln€
Monza
Punto di riferimento per la salute e la cura, gli Istituti Clinici Zucchi sono un’istituzione a Monza dal 1630, prima come scuola, per diventare nel 1800 casa di cura per sole donne. Un polo d’eccellenza volto a soddisfare i bisogni di salute e benessere, con il presidio ospedaliero e il poliambulatorio. «Siamo fortemente radicati sul territorio con diverse sedi tra Monza e la Brianza – racconta Renato Cerioli, amministratore delegato degli Istituti Clinici Zucchi – Il nostro valore è proprio quello di andare nel territorio, con una visione a tutto tondo delle problematiche della clientela. La sfida più importante è quella di riuscire ad anticipare i nuovi bisogni sanitari, lavorando su patologie neurodegenerative e psichiatriche, sviluppando il tema del benessere a 360 gradi, dall’ambito familiare a quello lavorativo». Tema centrale è anche il welfare: già dal 2016 è stato avviato un percorso di certificazione sulla sicurezza e sulla qualità, e a livello ambientale. Gli Istituti Clinici Zucchi hanno ottenuto il Bollino Rosa per la qualità del servizio alle pazienti donne. «Collaboriamo in maniera costante con il terzo settore e con università e scuole con l’obiettivo di offrire formazione continua. Alcuni dei nostri centri sono eccellenze a livello nazionale, come il centro per la procreazione assistita».

OMET
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Dipendenti: 300
Fatturato 100mln€
Lecco
«Vogliamo creare opportunità che permettano alle risorse di dare il meglio nel contesto lavorativo. In questo senso l’investimento nel Welfare è per noi tra i più importanti». Parola di Antonio Bartesaghi, presidente e amministratore delegato di Omet, azienda fondata nel 1963 dal papà Angelo e ancora interamente di proprietà della famiglia, supportata da una forte struttura manageriale. «Per il nostro impegno su questo tema siamo stati premiati a Roma, alla presenza di importanti istituzioni nazionali, per il terzo anno consecutivo nell’ambito dell’indagine Welfare Index PMI promossa da Generali Italia. Lavoriamo soprattutto su tre fronti: azioni di salva-tempo, consulenza gratuita, borse di studio per studenti meritevoli». Una bella soddisfazione per Bartesaghi, 52 anni, che guida una realtà composta da tre diverse business unit: progettazione e realizzazione di macchine rotative per materiali del settore del packaging; progettazione, costruzione e rivendita di macchinari per tissue converting; produzione di cuscinetti. «Veniamo da un anno record e prevediamo ancora una crescita importante. Del resto nei periodi di difficoltà, come quello del Covid, abbiamo sempre incrementato gli investimenti. Il futuro? Acquisire competenze specifiche, guardando anche ad operazioni di M&A».

SACCHI
ELETTROFORNITURE
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Dipendenti: 1.400
Fatturato 920mln€
Barzanò (LC)
«Una storia di primati quella di Sacchi Elettroforniture – racconta l’ad Marco Brunetti, in azienda da oltre dieci anni dopo una corposa esperienza all’estero – Oggi è tra i più grandi distributori di materiale elettrico, ma l’origine è un piccolo punto vendita a Barzanò, anno 1957, quando Giuseppe Sacchi decise di uscire da Milano per essere più vicino ai clienti. Nel 1967 aprì il negozio di Monza e nel 1999 il primo centro distributivo di materiale elettrico in Italia. Tra gli highlights, il passaggio generazionale, la managerializzazione e l’ingresso nella multinazionale Sonepar». Oggi presente in 6 regioni italiane con 80 punti vendita e 2 centri logistici, Sacchi annovera anche l’attenzione maturata in tempi non sospetti per i temi ESG. «Con Sacchi per il Sociale mostriamo la nostra gratitudine al territorio con donazioni ad associazioni proposte dai collaboratori. Sosteniamo PizzAut, abbiamo attivato l’adozione a distanza per 300 bambini in Uganda, ogni anno visitati da nostri collaboratori. Con Sacchi Green ci proponiamo di ridurre l’impronta di CO2, puntando solo sull’energia elettrica». Poteva mancare il welfare? «Lo abbiamo attivato da 6 anni, per tutti i dipendenti, ed è connesso ai risultati aziendali: quest’anno abbiamo erogato 2.000 euro netti a ogni collaboratore. Il futuro comprende anche la Diversity, equity and inclusion».

TABU
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Dipendenti: 180
Fatturato 37mln€
Cantù (CO)
«Il futuro è all’insegna della continua ricerca di investimenti nella sostenibilità e dell’attenzione ai temi ESG. Il green è il mantra con cui lavoriamo da tempo: facciamo depurazione delle acque dal 1968, abbiamo certificati FSC con il Bilancio di Sostenibilità e dal 2021 abbiamo certificato la neutralità carbonica, primi nel nostro settore». Lo spiega Andrea Tagliabue, vice presidente, 50 anni: «Siamo consapevoli di lavorare in un settore a bassa attrattività, per cui mettiamo in campo una serie di azioni volte a incentivare e fidelizzare i nostri collaboratori: non solo premi salariali, ma anche formazione per i giovani. Siamo infatti alla quinta edizione del concorso Ideasxwood per giovani progettisti, contest di rilievo nel settore del legno, patrocinato da ADI e FederlegnoArredo». Mica male la propensione al futuro di questa realtà che nasce nel 1927 per la lucidatura del legno e si affermi ben presto come la prima tintoria di legno al mondo. Nel 1963 diventa Tabu e oggi vende in 60 paesi, realizzando all’estero il 90% del fatturato, tra diretto e indiretto. Lavora nell’ambito del contract, dell’automotive (alcuni piallacci della Tesla sono realizzati proprio a Cantù). In azienda c’è ancora papà Enrico, presidente e AD: «Ci trasmette cultura d’impresa, resilienza, entusiasmo. È il primo ad aprire e l’ultimo a chiudere», chiosa.